Dom è solo mio, ho faticato molto per ottenerlo.
Quando ho conosciuto mio marito Marco, avevo già superato i trent’anni. Ho avuto altre relazioni con uomini precedenti, ma niente di serio. Tra i 26 e i 30 anni, ho deciso di prendermi una pausa e, da donna single, ho lavorato giorno e notte. Ho lavorato sodo, accumulando soldi per comprarmi la casa dei miei sogni, che finalmente ho potuto acquistare. Ero davvero orgogliosa, perché per tutta la vita ho potuto contare solo su me stessa e due anni dopo ho incontrato mio marito.
Posso dire che tra noi c’era un sentimento incredibile, una passione travolgente? Forse no. È possibile parlare di vero amore dopo i trent’anni? È difficile dirlo. Volevo semplicemente vivere in tranquillità, comodamente, e meglio ancora con un uomo che non creasse ulteriori problemi. Insomma, Marco mi sembrava proprio così: calmo, equilibrato e felice; l’ho accolto in casa mia e lui non si è mai opposto.
Inoltre, non tutti gli uomini hanno la fortuna di incontrare una donna che ha già la propria casa. Io sono riuscita a comprare il mio rifugio ideale senza dover chiedere prestiti e senza versare rate mensili.
Così abbiamo vissuto per sette anni, senza figli, entrambi molto impegnati con il lavoro. Dopo una lunga giornata, tornavamo a casa stanchi e andavamo direttamente a letto. Non nascondo che molte volte ho pensato di avere un bambino, ma continuavo a ripetermi che era un pensiero da rimandare, soprattutto oggi che le donne possono avere figli anche dopo i quarantacinque anni.
Una settimana fa, eravamo a tavola per colazione e mio marito mi ha chiesto direttamente quando intendessi finalmente registrarlo ufficialmente. Marco voleva cancellarsi dalla registrazione della casa di sua madre per risparmiare sulle spese. Non mi è piaciuta l’idea, non avevo intenzione di registrare nessuno a casa mia e glielo ho detto chiaramente. Avrebbe potuto risparmiare e comprare un proprio appartamento dove potersi registrare. Ma molti uomini, vivendo con la madre, non ci pensano nemmeno. Condividevamo le spese di base equamente, mentre il resto dei nostri stipendi lo spendevamo come volevamo.
Comunque, dopo quella conversazione, è uscito per andare al lavoro e quella sera non è tornato. La mattina seguente mi ha inviato un messaggio per dirmi che aveva presentato la richiesta di divorzio. Non riesco ancora a credere che mio marito possa aver fatto una cosa del genere. Non volevo registrarlo, non perché non avessi fiducia in lui, ma perché nella vita succedono imprevisti e non c’è alcuna garanzia che staremo insieme per sempre. Non ho intenzione di condividere la mia proprietà con nessuno; ho lavorato duramente per questa casa e appartiene solo a me. Se Marco era con me solo per sperare in una parte della mia proprietà, allora che prenda la sua strada.
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