Mia sorella mi ha cacciato di casa senza un attimo di rimorso.
Mia sorella Chiara è sempre stata la persona più importante della mia vita. Dopo la morte dei nostri genitori, ci promettemmo di sostenerci a vicenda, sempre.
Quando mio figlio diventò maggiorenne, si trasferì a Roma, mentre io rimasi a Firenze. Poi divorziai da mio marito e persi la casa.
Fu allora che Chiara mi ospitò nel suo appartamento, anche se spesso era via, soprattutto all’estero.
Lavoravo ancora nell’azienda di mio ex marito, ma quando persi anche quel lavoro, rimasi senza nulla. All’inizio, sopravvissi con i risparmi, poi trovai un impiego come domestica. Intanto, vivevo da Chiara da più di due anni.
Un giorno, mi annunciò che avrei dovuto lasciare presto la casa perché aveva deciso di affittarla. Aveva già parlato con un agente immobiliare.
Non seppi cosa rispondere, riuscii solo a dire: “Va bene.” Ero così sconvolta da sentire il fiato mancarmi. Cercai di calmarmi e pensare a una soluzione: dove sarei andata? Era un vero problema.
Quando Chiara rientrò, chiacchierava allegramente delle bollette e dell’incontro con l’agenzia. Non riuscivo nemmeno a seguirla. Quella stessa sera partì per Ibiza, per quattro mesi, felice ed entusiasta. Di solito mi faceva piacere vederla così, ma non quella volta.
L’unica cosa che mi passava per la testa era: dove avrei trovato un alloggio? Affittare un monolocale a Firenze costava troppo, e con il mio stipendio potevo permettermi solo una stanzetta in periferia. Valutai ogni opzione, ma senza trovare nulla di decente.
Un mese dopo, suonò il campanello.
Una ragazza si presentò come l’agente di Chiara e mi chiese di sgomberare subito l’appartamento perché i nuovi inquilini sarebbero arrivati quella notte. Cercai di spiegarle che non avevo dove andare, che mia sorella non mi aveva avvisata, ma lei non volle ascoltare. Provai a chiamare Chiara, ma con il fuso orario, a Ibiza era notte fonda.
Presi le mie cose e uscii. Passai quella notte su una panchina al parco. La mattina dopo, ricevetti un messaggio da Chiara: “Tesoro, mi dispiace che sia finita così. Sono sicura che hai già trovato una nuova sistemazione.”
Quelle parole mi spezzarono il cuore. Come aveva potuto farmi questo? Era mia sorella!
Capivo che avesse bisogno di soldi, ma non riuscivo a capire perché mi avesse messa davanti al fatto compiuto.
Mi rattristava che il denaro contasse più della famiglia.
Alla fine, trovai una stanzetta in un vecchio edificio alla periferia della città. Dopo qualche tempo, trovai un lavoro migliore e la situazione migliorò un po’.
Ora sto qui, in questa cameretta minuscola, cercando di non disturbare nessuno, per paura di perdere anche questo rifugio.
Mi feriva che Chiara non si fosse mai scusata davvero. Poi iniziò a chiamarmi, chiedendomi come stavo. Ma ormai nel mio cuore non c’è più spazio per lei, e le dico solo che sto bene, come tutti gli altri.
Questa è la storia di una donna che, pur ferita, non nutre rancore ma ricorda l’importanza di custodire chi ci è caro.
Una lezione per me oggi: se hai offeso qualcuno senza volerlo, forse è il momento di chiedere perdono.
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